domenica 24 aprile 2011

Tunisini allo sbando, è allarme

Un centinaio sono arrivati nelle ultime due settimane a Mozzo, Curno, Treviolo e Ponte San Pietro
Cittadini preoccupati. Scattano i controlli dei carabinieri: decine scappano spaventati, 36 identificati

Non è ancora allarme sociale, ma poco ci manca: a Mozzo, Curno, Treviolo e Ponte San Pietro nelle ultime due settimane sono arrivati, a gruppi, circa un centinaio di tunisini sbarcati a Lampedusa tra il 1° gennaio e il 5 aprile, la maggior parte dei quali in possesso del permesso di soggiorno temporaneo, valido sei mesi.
 
Cittadini preoccupati
La presenza degli immigrati si è intensificata a tal punto che da metà settimana la stazione dei carabinieri di Curno è stata tempestata di telefonate di cittadini allarmati: una ventina negli ultimi tre giorni, conferma il comandante della stazione Biagio Mondì. Le zone in cui, probabilmente attraverso il passaparola, si sono concentrati i tunisini sono la Marigolda di Curno, via San Zenone a Curnasco di Treviolo, l'Isola al confine con Ponte San Pietro e soprattutto Mozzo, al cimitero, in discarica e nella zona del Golf Indoor.

Mozzo è stata scelta dalla maggior parte degli immigrati come dormitorio: a decine hanno trovato riparo sotto il viadotto vicino al cimitero. Un luogo dove si ammassano in condizioni igieniche non idonee, cucinando con bombole di gas da campeggio e dormendo su vecchi materassi e coperte trovate in discarica. La prossima settimana, in accordo con il sindaco di Mozzo Silvio Peroni, il tunnel sarà bonificato e sigillato con cemento o inferriate.

Il blitz dei carabinieri
La preoccupazione dei cittadini, l'aumento di furti e piccoli episodi di criminalità (anche se per il momento non ci sono denunce a carico di tunisini) hanno portato i carabinieri a intervenire: dalle 22 di venerdì alle 5 di ieri una trentina di militari di tutte le stazioni, guidati da quella di Curno e del Nucleo operativo di Bergamo, hanno controllato le zone dei quattro comuni in cui erano stati segnalati i tunisini. Gli stessi militari non si aspettavano di trovarsi di fronte a un numero così alto di immigrati: si è scatenato un fuggi fuggi generale e alla fine ne sono stati identificati 36. Ventitrè avevano il permesso di soggiorno temporaneo, gli altri 13 sono stati portati al comando di via delle Valli e fotosegnalati: 12 sono stati quindi invitati, avendone i requisiti, a recarsi in questura entro 5 giorni per ottenere il permesso di soggiorno temporaneo, mentre uno solo è stato denunciato per violazione della Bossi-Fini.

Molti immigrati sono scappati alla sola vista delle divise, ma senza motivo: finché non commettono reati hanno tutti i diritti di restare sul nostro territorio. Si tratta di uomini giovani, tra i 25 e i 35 anni, completamente allo sbando, senza soldi né vestiti né un posto in cui andare, scappati dai centri di identificazione.

Aumento di piccoli reati
La preoccupazione dei cittadini deriva sia dall'alto numero di immigrati sia per l'aumento di piccoli reati. Al supermercato Carrefour di Mozzo, ad esempio, sono stati segnalati furti di generi alimentari, tanto che da ieri mattina è stato istituito un servizio fisso di vigilanza privata. Il cancello della discarica di Mozzo è stato forzato e i tunisini hanno portato via materassi, rottami per costruirsi ripari di fortuna, vecchi utensili e hanno scassinato i cassonetti della Caritas per prendere i vestiti. Alcuni dormono al cimitero e si lavano con le canne dell'acqua per riempire gli annaffiatoi. Altri sono entrati in un hotel per utilizzare i bagni.

Sono aumentati i furti sulle auto in sosta mentre venerdì pomeriggio un immigrato ha commesso atti osceni nel parco di via Diaz a Bergamo ed è stato inseguito e messo in fuga da un passante. Non si tratta di gravi episodi, ma la paura è che gli immigrati allo sbando possano essere reclutati da connazionali che vivono nella nostra provincia per commettere reati ben più gravi. Nel tunnel sotto il viadotto sono stati trovati e sequestrati diversi coltelli.

L'appello dell'Arma
I carabinieri invitano i cittadini delle zone controllate a non agire in modo impulsivo, ma a segnalare alle forze dell'ordine la presenza di gruppi di immigrati. Un appello anche nei confronti dei titolari di bar e locali pubblici a non somministrare alcolici a questi giovani, con l'intento di farli diventare clienti fissi. Si sono infatti verificati spiacevoli episodi in cui gli esercenti hanno offerto cibo e bevande agli immigrati con lo scopo di convincerli a tornare: sono al vaglio dei carabinieri pesanti provvedimenti nei confronti dei titolari di due bar di Mozzo.

Ieri pomeriggio una quindicina di giovani del centro sociale Pacì Paciana, accompagnati da un avvocato, si sono presentati alla caserma di Curno per avere notizie sulla sorte dei tunisini, ricevendo rassicurazioni: gli immigrati, dopo i controlli della notte scorsa, non hanno alcun obbligo e sono liberi di andare dove vogliono.


Katiuscia Manenti - L'Eco di Bergamo - Domenica 24 Aprile 2011 CRONACA, pagina 22

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