martedì 8 ottobre 2013

Territorio e rappresentanza

Testo della lettera inviata al Quotidiano L'Eco di Bergamo l'8 ottobre 2013



Spett.le redazione.

Scrivo queste poche righe per evidenziare come, nella mentalità dei politici italiani (e quindi nella politica di tutti i giorni) non esistano i cittadini, le associazioni, i comitati civici e quant’altro.

Ieri ho avuto la fortuna di partecipare ad un convegno, organizzato dall’Assessore all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile, Claudia Maria Terzi e sono rimasto molto colpito dalla introduzione che l’Assessore ha fatto, citando il titolo dell’evento “L’Ambiente a Bergamo – Confronto tra il territorio della Provincia di Bergamo e l’Assessorato all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile di Regione Lombardia, quando ha affermato che il confronto stesso si realizzava in questo incontro tra l’Assessore, accompagnato dai suoi dirigenti di settore, e gli Amministratori dei territori, cioè i Sindaci.

Non una parola, non un accenno e, soprattutto, nessuna possibilità di intervenire da parte di rappresentanti di cittadini, rappresentanti delle Associazioni Ambientaliste, ecc.

Poiché sappiamo molto bene tutti che le attuali condizioni economico-finanziarie costringono la maggior parte delle Amministrazioni Comunali a cercare accordi on le imprese di costruzione e/o con i proprietari di aree verdi in edificate, per realizzare opere, spesso utili per i cittadini ma sempre utili agli amministratori per farsene vanto alle elezioni successive, e gli unici che cercano di opporsi alla distruzione definitiva dei resti del patrimonio verde ancora esistente, con tutti gli strumenti legali possibili, sono proprio i cittadini e i comitati che essi formano, quasi sempre con il sostegno delle Associazioni Ambientaliste, è chiaro che è stato ritenuto preferibile escluderli da possibili interventi di contestazione e denuncia.

Se si considera che lo stesso Presidente del Parco delle Orobie, Yvan Caccia, ha chiesto di ridisegnare i confini del parco e delle aree protette di vario tipo che in esso sono comprese, diviene facile sospettare che esista un disegno complessivo volto proprio a lasciar sempre più mano libera a quelle scelte che, anno dopo anno, hanno ben contribuito a creare situazioni di pericolo, disgrazie e morti, come tanti, troppi, eventi atmosferici degli ultimi tempi ci hanno mostrato.

Rimane l’amarezza del sentir ripetere che è indispensabile arrestare il consumo del suolo, proprio da chi opera in senso opposto.

Cordiali saluti
Carlo Sangalli