mercoledì 22 giugno 2011

"No alla chiusura dell'ambulatorio vaccinale a Curno"


Gabriele Sola e Domenico Cangelli hanno consegnato all'assessore alla sanità Luciano Bresciani le firme contro la chiusura dell'ambulatorio vaccinale.

Il consigliere regionale dell'Italia dei Valori Gabriele Sola ed il collega di partito consigliere della Provincia di Bergamo, Domenico Cangelli, hanno consegnato all'assessore alla sanità Luciano Bresciani le firme di 800 cittadini residenti a Curno, Mozzo e Treviolo, a testimoniare la contrarietà di gran parte della popolazione rispetto alla decisione dell’ASL di Bergamo di chiudere l’ambulatorio vaccinale di Curno e di spostare la relativa utenza a quello di Dalmine. Provvedimento assunto dall'Azienda sanitaria locale in seguito al Decreto del Direttore generale della Sanità n. 1065 del 9 Febbraio 2009 di "Revisione della rete degli ambulatori vaccinali della Regione Lombardia”.

"La logica della riduzione delle spese non può prevalere sempre e comunque, soprattutto in materia sanitaria - dice Gabriele Sola -. L’ambulatorio vaccinale in questione offre all'utenza residente a Curno e nei comuni circostanti un servizio territoriale fondamentale. Il rischio dell'accorpamento è che s'impedisca o si renda problematico l'accesso a questi servizi soprattutto agli utenti già svantaggiati come, ad esempio, gli anziani".

"Bisogna tener conto - aggiunge Domenico Cangelli, che siede anche tra i banchi del consiglio comunale di Curno - che anche i sindaci dei comuni di Curno, Mozzo e Treviolo sono contrari all'accorpamento, in quanto sostengono che quello di Curno sia un ambulatorio efficiente almeno al pari di quello di Dalmine e la relativa chiusura andrebbe a penalizzare i cittadini residenti in questi comuni". Cangelli auspica che "l'utilità di questo servizio, testimoniata anche dalle numerose firme raccolte in pochi mesi, sia motivo di un ripensamento".

BergamoNews - Mercoledi 22 Giugno 2011

martedì 21 giugno 2011

Grave incendio in ditta a Pontida

Fiamme alla Chimiver, che si affaccia sull'ex statale. Alta colonna di fumo. Al lavoro dieci squadre di vigili del fuoco. Paralizzata la Briantea. Traffico deviato, lunghe code.

Grave incendio nella mattinata del 21 giugno alla Chimiver di Pontida, azienda di prodotti chimici che si affaccia sull'ex statale Briantea (prima del centro abitato in direzione Lecco). Le cause del rogo non sono ancora state accertate, forse un cortocircuito all'interno dell'azienda, vicino ad un deposito di materiale, ma tutto è ancora da verificare.

L'incendio ha sprigionato polveri e un'altissima colonna di fumo: è stato quindi necessario un massiccio intervento dei vigili del fuoco, giunti da Bergamo e da altri distaccamenti con almeno dieci squadre, a rotazione. Attorno a mezzogiorno, nonostante l'incendio sia divampato prima delle 10, il lavoro dei vigili del fuoco era ancora nel pieno.

Per l'ex statale Briantea, molto trafficata, si è posto un problema di sicurezza. Sul posto sono quindi interventi carabinieri, polizia di Stato, polizia locale, due militari in servizio sul territorio della provincia, la protezione civile. Ben prima di arrivare di fronte all'azienda, in entrambi i sensi di marcia, l'ex statale è stata chiusa. Da Bergamo in direzione Lecco lunghe code si sono formate a partire dall'uscita dell'asse interurbano, a Mapello, proprio dove l'asse sbuca sulla Briantea.

Al divampare del rogo una persona sarebbe rimasta ferita, ma in modo non grave.

BergamoNews - Martedi 21 Giugno 2011

lunedì 20 giugno 2011

«Donna nel Brembo» Allarme per 4 ore ma era già in salvo

Ponte San Pietro, l'avevano vista su un ponte
in realtà era tornata a casa con un conoscente
Sul posto pompieri, elicottero, sub e tanti curiosi

Tutto è bene quel che finisce bene. Ma ieri, a Ponte San Pietro, fra il principio (leggi allarme) e la fine (leggi falso allarme) della vicenda ci si son messe qualcosa come quattrocento persone.

Una valanga di curiosi e una macchina per il soccorso imponente, con almeno trenta operatori al lavoro e mezzi giunti da mezza Lombardia. In tutto, quattro ore buone di voci incontrollate e di apprensione: una persona era stata vista sul ponte sopra il Brembo e poi era sparita. Suicidio? Incidente? Si sono calati in acqua anche i sub, fino alla svolta. La persona vista sul ponte stava bene, ed era a casa sua. Un conoscente l'aveva convinta ad allontanarsi. Intanto in paese era scattato il tam tam, con tantissime di persone schierate a seguire le operazioni (anche molto difficili) dei soccorritori.

Allarme sul ponte
Ma andiamo con ordine. Sono le 15,30 circa e una donna, al volante della sua auto, sta passando sulla Briantea all'altezza del ponte sul Brembo. Nota una persona, pare a cavalcioni del guardrail che protegge il viadotto. Si allarma, procede finché riesce a fare inversione per tornare, nel frattempo allerta il 112: «Una donna si sta buttando dal ponte, correte».

Riesce a fare manovra, ma la donna non c'è più. Si teme il peggio, ed è l'inizio di quattro ore con il cuore in gola. Accorrono polizia locale, carabinieri, vigili del fuoco, informati anche questura, 118, Soccorso alpino.

Da Varese si alza l'elicottero dei pompieri, da Milano partono i sommozzatori.
Si cerca il corpo, le operazioni si svolgono in pieno centro. L'accesso al Brembo più agevole (si fa per dire, perché le sponde sono a picco) è nella zona vicina al municipio: l'autogrù dei vigili del fuoco cala in acqua i mezzi dei sommozzatori.

L'elicottero sorvola il paese, tutti si accorgono che sta succedendo qualcosa di grave. «C'è una donna che si è buttata, l'hanno vista», dicono. Poi ancora peggio. «Le persone che si sono lanciate sono due...». Molti scendono in strada: la passerella pedonale, il ponte di via Roma, le strade laterali con i parapetti sono strapieni. Il sindaco Valerio Baraldi segue le operazioni da vicino. I sub entrano in acqua, il corpo non si trova.

La svolta
Poi la svolta: alle forze dell'ordine arriva una telefonata. È un uomo che conosce i fatti da vicino, perché – pare, dato che sulla vicenda c'è riserbo – è lui stesso ad aver soccorso la donna. Passando per caso o avvisato da lei stessa, non è dato di sapere, sarebbe arrivato sul ponte convincendola a desistere. Insieme poi se ne sarebbero andati in auto.

Questo mentre colei che ha dato l'allarme passava oltre, cercando un punto in cui fare inversione. Sentendo elicottero e voci allarmate, ha chiamato: «Se cercate noi, è tutto a posto». Le verifiche sulle identità le fanno i carabinieri. Solo quando risulta che la donna che stava sul ponte è sana e salva a casa, le operazioni vengono interrotte. Sono le 19,30.

Anna Gandolfi - L'Eco di Bergamo - Martedì 21 Giugno 2011  PROVINCIA, pagina 34