sabato 15 ottobre 2011

Fiera del tessile ecologico e sostenibile



Si ripete domenica 16 ottobre al centro La Proposta, l’iniziativa "Per filo e per sogno", fiera del tessile sostenibile ed
ecologico dei Gas, Gruppi di acquisto solidali

Si ripete domenica 16 ottobre dalle 10 alle 18 al centro La Proposta, in via San Marco a Ponte San Pietro l’iniziativa "Per filo e per sogno". Si tratta della seconda edizione, in veste autunnale, della fiera del tessile sostenibile ed ecologico, nata nel settembre del 2010 su iniziativa di alcuni aderenti ai GAS (gruppi d’acquisto solidali) della bergamasca che hanno scelto di acquistare collettivamente anche capi di abbigliamento oltre ai più consueti alimentari e prodotti per la casa o l’igiene personale. 
 
Un evento che coinvolgesse contemporaneamente il maggior numero possibile di pro­duttori in grado di esporre capi da poter toccare, provare, confrontare e acquistare direttamente. L'iniziativa è stata accolta dalle aziende interpellate e la fiera ha finalmente debuttato nel mondo dei GAS della bergamasca riuscendo a promuovere l'idea di un consumo consapevole anche a persone esterne al mondo dei GAS.
Durante quel primo appuntamento, circa 1.500 visitatori hanno conosciuto di persona i produttori ascoltando direttamente la storia di ciascuna piccola azienda. E’ possibile visionare un bel video sulla fiera di maggio: http://vimeo.com/25618295
 
Oltre agli espositori, le dimostrazioni di tessitura con telai a mano, i vari laboratori di cucito, rammendo, attività creative per bambini hanno arricchito notevolmente l’”offerta” per i visitatori.
 
A fronte del successo riscosso il gruppo promotore ha deciso di rilanciare l’iniziativa in veste autunnale dedicando la fiera principalmente alla lana per affrontare i mesi invernali con abiti “giusti”.  Per informazioni: info@cittadinanzasostenibile.it - www.cittadinanzasostenibile.it

BergamoNews  - Venerdi 14 Ottobre 2011

venerdì 14 ottobre 2011

LA CRISI DEGLI ASINI

Un uomo in giacca e cravatta è apparso un giorno in un villaggio. In piedi su una cassetta della frutta, gridò a chi passava che avrebbe comprato a € 100 in contanti ogni asino che gli sarebbe stato offerto. I contadini erano effettivamente un po' sorpresi, ma il prezzo era alto e quelli che accettarono tornarono a casa con il portafoglio gonfio, felici come una pasqua.

L'uomo venne anche il giorno dopo e questa volta offrì 150 € per asino, e di nuovo tante persone gli vendettero i propri animali. Il giorno seguente, offrì 300 € a quelli che non avevano ancora venduto gli ultimi asini del villaggio. Vedendo che non ne rimaneva nessuno, annunciò che avrebbe comprato asini a 500 € la settimana successiva e se ne andò dal villaggio.

Il giorno dopo, affidò al suo socio la mandria che aveva appena acquistato e lo inviò nello stesso villaggio con l'ordine di vendere le bestie 400 € l'una. Vedendo la possibilità di realizzare un utile di 100 €, la settimana successiva tutti gli abitanti del villaggio acquistarono asini a quattro volte il prezzo al quale li avevano venduti e, per far ciò, si indebitarono con la banca. Come era prevedibile, i due uomini d'affari andarono in vacanza in un paradiso fiscale con i soldi guadagnati e tutti gli abitanti del villaggio rimasero con asini senza valore e debiti fino a sopra i capelli.

Gli sfortunati provarono invano a vendere gli asini per rimborsare i prestiti. Il corso dell'asino era crollato. Gli animali furono sequestrati ed affittati ai loro precedenti proprietari dal banchiere. Nonostante ciò il banchiere andò a piangere dal sindaco, spiegando che se non recuperava i propri fondi, sarebbe stato rovinato e avrebbe dovuto esigere il rimborso immediato di tutti i prestiti fatti al Comune.

Per evitare questo disastro, il sindaco, invece di dare i soldi agli abitanti del villaggio perché pagassero i propri debiti, diede i soldi al banchiere (che era, guarda caso, suo caro amico e primo assessore). Eppure quest'ultimo, dopo aver rimpinguato la tesoreria, non cancellò i debiti degli abitanti del villaggio ne quelli del Comune e così tutti continuarono a rimanere immersi nei debiti. Vedendo il proprio disavanzo sul punto di essere declassato e preso alla gola dai tassi di interesse, il Comune chiese l'aiuto dei villaggi vicini, ma questi risposero che non avrebbero potuto aiutarlo in nessun modo poiché avevano vissuto la medesima disgrazia. Su consiglio disinteressato del banchiere, tutti decisero di tagliare le spese: meno soldi per le scuole, per i servizi sociali, per le strade, per la sanità ... Venne innalzata l'età di pensionamento e licenziati tanti dipendenti pubblici, abbassarono i salari e al contempo le tasse furono aumentate. Dicevano che era inevitabile e promisero di moralizzare questo scandaloso commercio di asini.

Questa triste storia diventa più gustosa quando si scopre che il banchiere e i due truffatori sono fratelli e vivono insieme su un isola delle Bermuda, acquistata con il sudore della fronte. Noi li chiamiamo fratelli Mercato. Molto generosamente, hanno promesso di finanziare la campagna elettorale del sindaco uscente. Questa storia non è finita perché non sappiamo cosa fecero gli abitanti del villaggio. E voi, cosa fareste al posto loro? Che cosa farete?

Ci poniamo una domanda: "Chi sono gli asini?"


mercoledì 12 ottobre 2011

Il 60% della flora delle Orobie a rischio estinzione in 80 anni


I cambiamenti climatici sono responsabili di mutamenti radicali del paesaggio alpino, con conseguenze soprattutto sui ghiacciai e sulla vegetazione

Il Parco delle Orobie Bergamasche, nell'ambito della nona edizione di Bergamoscienza e in collaborazione con il Cai di Bergamo e il Cai Alta Valle Brembana, ha organizzato una giornata dedicata alle conseguenze dei cambiamenti climatici sull'ecosistema delle Alpi.

Mercoledì 12 ottobre al Palamonti alcuni dei maggiori esperti italiani, da anni impegnati nello studio delle variazioni degli ecosistemi nel territorio alpino, insieme ai referenti del progetto internazionale «Gloria», condotto dal Parco delle Orobie Bergamasche, l'Università degli Studi di Pavia, il Wwf e il Centro Meteo Lombardo, si sono confrontati sugli spostamenti della flora che da millenni abita la più imponente catena montuosa italiana.

Il presidente del Parco delle Orobie, Franco Grassi, grazie ai dati raccolti dall'esperto del Parco, Juri Belotti, ha sottolineato i risultati più significativi del progetto. «Da una prima analisi dei cambiamenti climatici in atto - ha detto Grassi - è emerso che il 60% di specie della flora delle orobie rischia l'estinzione nel corso dei prossimi 80 anni».

«Le Orobie sono infatti montagne che non raggiungono quote elevate (max. 2521 m Presolana) e essendo collocate nella parte esterna delle Alpi, risentono maggiormente dell'innalzamento delle temperature. A peggiorare le condizioni contribuiscono le rocce calcaree altamente permeabili di cui sono costituite che rendono le Orobie naturalmente aride».

«È questo l'effetto del Global Change, cioè il tasso di aumento della temperatura del pianeta a partire dall'ultima glaciazione, registrato soprattutto sulle Alpi, dove l'incremento è stato doppio rispetto a quello delle restanti zone dell'emisfero settentrionale. I cambiamenti climatici sono responsabili di mutamenti radicali del paesaggio alpino, con conseguenze soprattutto sui ghiacciai e sulla vegetazione».

Ha infatti ricordato Juri Belotti: «Esiste un trend in cui le temperature più alte si hanno in luglio, le più basse corrispondono al periodo pre e post invernale in assenza di copertura nevosa (ottobre e marzo), mentre nei mesi invernali le temperature tendono ad attestarsi attorno agli 0°C a causa della coltre nevosa».

Nel corso della conferenza i ricercatori hanno spiegato com'è possibile prevedere le variazioni future sugli ecosistemi studiando il clima del passato, attraverso l'analisi della morfologia del paesaggio e dei cosiddetti archivi naturali, come i sedimenti lacustri, le torbiere e le piante. Sono intervenuti Paolo Cherubini, della Swiss Federal Research, Giovanni Leonelli, ricercatori dell'Università degli Studi di Milano, Cesare Ravazzi, dell'Istituto per la Dinamica dei Processi
Ambientali del Cnr e Sergio Chiesa, Cnr Idpa.

L'Eco di Bergamo - 12 ottobre 2011 Cronaca

martedì 11 ottobre 2011

Ottobre come fosse luglio


Ancora una settimana di caldo
Col caldo, è già pronto l'olio novello Impazzano ancora gelato e frutta

Ancora temperature fuori stagione per questa metà ottobre. Il caldo persiste e le temperature arrivano anche fino a 30 gradi al Nord. Una situazione anomala, non c'è che dire, con la rimonta dell'alta pressione subtropicale. Per l'autunno vero e proprio bisognerà attendere a questo punto fino al 20 ottobre.

«Niente da fare - commenta Sergio Brivio, del centro www.3bmeteo.com -: l'autunno vero ancora non vuole entrare in azione». Infatti un cuneo di alta pressione azzorriana, supportata da aria calda in quota di matrice afro-mediterranea, ricoprirà nuovamente per questa settimana tutta l'Italia, mostrandosi più tenace su quella Settentrionale.

E sarà proprio al Nord che tra martedì e mercoledì le temperature torneranno marcatamente sopra la media. Tre l'altro proprio in Lombardia si registra il sensibile rialzo termico, con il picco del caldo previsto mercoledì quando si toccheranno nuovamente i 30 gradi tra Piemonte, fondovalle valdostano e ovest Lombardia.

Ottobre come se fosse luglio, quindi. E se settembre ha chiuso battendo molti record centennali, anche ottobre sembra promettere bene, ancora una volta soprattutto per il Nord, dove verranno battuti altri record. Ma quali sono stati gli ottobri più caldi degli ultimi anni? Dagli archivi di 3bmeteo risultano il 1992 ed il 1994, quest'ultimo particolarmente caldo al sud;
il 1999 (i 39°C a Catania sono un record assoluto, 37°C a Palermo); il 2000, il 2001 ed il 2004.

L'anticiclone continuerà a dominare la scena almeno fino al 20 ottobre, salvo disturbi confinati alle regioni adriatiche e al Sud. Per l'Autunno vero dovremo attendere ancora. Sarà molto probabilmente dopo il 20 ottobre che una depressione in discesa dal Nord Europa potrebbe portare l'inizio del maltempo autunnale in grande stile e un definitivo abbassamento termico, verso valori definitivamente autunnali
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L'Eco di Bergamo - 11 ottobre 2011 Cronaca