lunedì 2 luglio 2012

L'asse interurbano fa acqua è la nostra Salerno-Reggio


Anche dalle nostre parti nella realizzazione delle infrastrutture succedono guai che ad altre latitudini ci fanno gridare allo scandalo

La lettera

Salerno-Reggio Calabria in salsa padana. Ecco quello che è il famigerato asse interurbano Bergamo-Mapello, un'opera nata male e finita peggio, un esempio di mala gestione degna del peggior Sud: 20 anni per finire 10 Km con i risultati che vediamo. Intanto si progettano opere assurde, devastanti, come l'autostrada Cremona-Mantova e la Broni-Mortara. La stessa BreBeMi si poteva evitare: bastava fare la quarta corsia anche tra Bergamo e Brescia. Tutto questo alla faccia degli strombazzati pragmatismo ed efficienza lombardi!
Lettera firmata

Nelle opere pubbliche tra Nord e Sud non c'è gara, intendo quella sana competizione che potremmo definire federalismo di prestazione. Tutto è alla pari: stessa lentezza, stessa trascuratezza, stessi altissimi costi, stessi scandalosi aumenti intermedi e finali. Dinamismo, rendimento, qualità spariscono, quasi che la loro assenza sia un requisito richiesto nei bandi della Gazzetta Ufficiale.

Lasciamo stare la Salerno-Reggio Calabria, cantiere interminabile e indefinibile, probabilmente in appalto alla Penelope spa, e restiamo alla nostra Bergamo-Mapello, che sta scalando le classifiche delle vergogne lombarde. Che sia utile non si discute: ogni giorno assorbe 70.000 veicoli, altrimenti destinati alla vecchia Briantea e ai centri urbani che ne sono attraversati.

Che sia fatta bene è insostenibile. Fa acqua da tutte le parti, e non è un modo di dire, specie nella galleria delle Ghiaie dove sembra di stare sul Colorado Boat di Gardaland, ed è piena di buche e cedimenti, neanche fosse la strada comunale di un paese delle alte valli dove neve, gelo e sale lavorano come martelli pneumatici.

Risultato: la Provincia, che l'ha in gestione ma non ha colpe nella realizzazione, non ne può più di mettere costose, inutili pezze; l'Anas, che l'ha costruita ma non è tenuta alla manutenzione, ora ammette vi siano seri difetti strutturali e intende rivalersi su chi ha avuto appalti e subappalti.
Società siciliane? Napoletane? No, lombardissime. Come dicevo, nei lavori pubblici anche le imprese del Nord sembrano smarrire le loro consuete, riconosciute velocità, precisione, competenza.

E sì che le cose non erano state fatte al risparmio, ma nello standard italiano, con costi che neppure negli emirati arabi si permettono. La spesa media italiana per realizzare un Km di autostrada è di 30 milioni, il doppio della Spagna che sta quasi peggio di noi. E sapete a quanto viaggia l'alta velocità nazionale? Come la luce: 38 milioni al Km, quando la Francia ne spende 10.

 E però se, a fronte di queste spese folli, ci fossero almeno una qualità e una resistenza superiori dei manufatti, riusciremmo a chiudere un occhio. Invece ci tocca verificare che, a sette anni dall'apertura dell'ultimo tratto di strada, molto è da rifare. Una lavatrice da 400 euro ha una garanzia minima di due anni, ci volete garantire almeno per dieci una tangenziale costata milioni e milioni?

E ora che succederà? Faccio una previsione: il peggio. Perché le imprese non vorranno sentir ragioni e si finirà per via giudiziaria, una via dissestata e infida quanto la Bergamo-Mapello, dove la velocità non è quella prudenziale di 50 Km all'ora là imposta a causa delle buche e degli allagamenti, ma molto più trattenuta: 15 anni per la sentenza definitiva.

Pino Belleri - Il Corriere della Sera - 1 luglio 2012