martedì 26 aprile 2011

Da vicesindaco a Brembate Sopra a candidato sindaco a Ponte San Pietro

Giacomo Rota si prepara ad affrontare, da ex leghista, le elezioni comunali.


"Anch'io via dalla Lega Ormai è un partito bulgaro"

“La Lega Nord? E’ diventato un partito bulgaro. Comandano due persone e gli altri portano il secchio dell’acqua”.

Baciato dal oltre vent’anni dal Sole delle Alpi, ora Giacomo Rota si prepara ad affrontare, da ex leghista, le elezioni comunali a Ponte San Pietro. Una sfida senza bandiere alle spalle, forte solo della sua lista e della ventennale esperienza in qualità di sindaco e poi vicesindaco di Brembate Sopra. Ha lasciato il partito prima che il partito facesse lo stesso con lui.

Dimissioni da vicesindaco, dimissioni dal Carroccio, candidatura a Ponte: tutto in 48 ore. L’obbiettivo principale della sua candidatura è far tornare Ponte San Pietro il “capoluogo dell’Isola”.

"Le posso dire una cosa? Ponte è rimasta agli anni ottanta, se non prima. Per lavoro passo quattro volte al giorno e mi rendo conto che quello che una volta era un punto di riferimento non lo è più. Ha perso tutti i primati di servizi e strutture. Era un paese all’avanguardia, oggi non c’è nulla in termini di servizi sociali, scuole, disabili, anziani. Certo, colpa anche dei mancati trasferimenti da parte dello Stato. Ma ridursi così…”.

Lei ha detto che mancano le strutture. Però molti accusano proprio Brembate Sopra, paese di cui lei è stato vicesindaco fino a due settimane fa, di aver "scippato" il poliambulatorio proprio a Ponte.

“Io non ho scippato proprio niente a nessuno. Non è certo colpa di Brembate Sopra. Il poliambulatorio era sotto il vincolo della Regione da dieci anni, lo sapevano tutti, doveva essere messo a norma prima. C’erano dei piani ben precisi, non attuati, e alla fine sono stati obbligati a chiudere. Se dopo dieci anni  non si fa niente…”.

Quali sono gli altri problemi di Ponte che lei intende risolvere? Ci dica qualche punto del suo programma elettorale.

“Qualche punto molto semplice: l’apertura del municipio il sabato mattina. L’ottimizzazione del servizio informativo online. Poi la gestione delle scuole. La realizzazione della piazza del Comune vivibile e funzionale, con un parcheggio interrato di 200 posti. Una cosa molto importante, che voglio sottolineare: no al supermercato nella zona interscambio. Dobbiamo salvaguardare i commercianti di Ponte. La pavimentazione dei vialetti del cimitero. Nel 2011 e non è possibile che un disabile o una mamma con il passeggino non possano andare al cimitero. E poi tanti altri che mostrerà nel dettaglio ai cittadini di Ponte San Pietro con tanti incontri”.

Lei si è dimesso da Brembate Sopra, non dalla presidenza di EcoIsola. Come mai?

“Quella è una Spa, il mandato scade il 10 maggio. I soci, cioè i Comuni dell’Isola valuteranno il da farsi. Non dipende da me. E poi io sono l’unico presidente di società della zona che non prende un euro nemmeno di rimborsi spese”.

Passiamo ai risvolti politici della sua candidatura. La Lega non l’ha presa benissimo, anzi.


“Sapevo già di questo trattamento. L’espulsione era automatica, infatti io mi sono dimesso prima. La mia tessera non vale più, anche se resto un convinto federalista. Le dirò di più, la Lega va anche bene come principio. Ma in questo partito purtroppo non c’è più una base di confronto, di democrazia, mi sembra diventato un partito bulgaro. Comandano due persone e gli altri portano il secchio dell’acqua”.

Non le manda a dire insomma, nonostante la sua ventennale militanza nel Carroccio.

“Sono stati fatti troppi errori. La Lega ha mandato a casa Craxi e poi è diventata pure peggio: infila ovunque parenti, amici, figli, nipoti. Il sistema è lo stesso. Io credevo nella Lega che predicava via le doppie cariche, via le province, via i rami morti. Invece qui si creano dei rami per sistemare i parenti. Ah, comunque in minima parte sono ufficialmente leghista: ho ancora un pezzo di prato di Pontida che ho comprato anni fa per salvarlo dalla cementificazione. Magari andrò a reclamare i miei dieci metri quadrati a Calderoli (sorride)”.

I suoi ex colleghi leghisti, avversari alle elezioni a Ponte, non risparmiano forti critiche.

“Per fortuna siamo in un paese libero. Non possono dire che io rubo a loro i voti, anche perché da che mondo e mondo i voti non si rubano. Loro hanno governato con Pozzi, poi alle ultime elezioni non sono stati nemmeno in gradi di presentare una candidatura. Io, a differenza loro, sono stato eletto nel 1991 e fino a due settimane fa ero vicesindaco a Brembate Sopra. Hanno la coda di paglia, io non ho rubato niente a nessuno”.

BergamoNews  - Mercoledi 27 Aprile 2011

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