lunedì 25 aprile 2011

Il 25 Aprile a Bergamo a difesa di Costituzione e Magistratura



"La nostra Costituzione non può essere cambiata, ce lo impongono i morti per la Resistenza che abbiamo celebrato poco fa al cimitero" ha sottolineato Salvo Parigi, presidente dell'Anpi.

Gli attacchi alla magistratura, la riforma della Costituzione, il ruolo della donna, l’immigrazione e i tagli alla scuola pubblica sono alcuni dei temi che sono entrati nei discorsi per le celebrazioni del 66° anniversario della Liberazione. Si è calato quindi nell’attuale dibattito politico la celebrazione del 25 Aprile.

Il corteo è partito alle 10.15 da piazzale Marconi a Bergamo, accompagnato dalla banda di Mapello, dai quattro gonfaloni dei Comuni di Albino, Nembro, Paladina e Villa d’Adda e da centinaia di persone, ha sfilato lungo viale Papa Giovanni XXIII fino a giungere in piazza Vittorio Veneto.

Davanti alla Torre dei Caduti e al monumento al partigiano sono state deposte corone di alloro da parte del sindaco di Bergamo Franco Tentorio, del prefetto Camillo Andreana, del consigliare regionale Maurizio Martina, del presidente del Consiglio provinciale Roberto Magri e del presidente del Comitato bergamasco antifascista Carlo Salvioni.
“La nostra Costituzione non può essere cambiata, ce lo impongono i morti per la Resistenza che abbiamo celebrato poco fa al cimitero – ha sottolineato Salvo Parigi, presidente dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia aprendo i discorsi celebrativi –. La democrazia e la Repubblica in Italia sono nati dall’esperienza della Resistenza, quella Resistenza che ha battuto il nazifascismo e batterà nel futuro ogni forma di dittatura simile. Se nel Paese aleggia una certa indifferenza, si sappia che quando si andranno a discutere attorno a un tavolo certi temi, gli italiani non mancheranno di far sentire la propria voce per difendere la libertà".

A ricordare il ruolo delle donne nella Resistenza è stata Marcella Messina che, dopo aver ripercorso in alcuni passaggi l’impegno delle giovani partigiane, ha esortato le donne di oggi a battersi contro le ingiustizie. “Penso alle donne che insegnano nelle scuole e che devono far fronte alle offese e ai tagli all’Istruzione – ha affermato Messina – alle madri con figli diversamente abili che si vedono ridurre le ore di sostegno per i propri figli, alle donne migranti che si devono battere per non essere considerate di serie B, alle giovani che hanno dei contratti di lavoro precario e che per questo sono penalizzate nei loro progetti di vita, e ancora alle donne che hanno perso il lavoro e che si trovano con un welfare inadeguato ad affrontare le loro esigenze”.

Un parallelo tra Risorgimento e Resistenza è stato invece tracciato da Carlo Salvioni, presidente del Comitato bergamasco antifascista. “Centottanta dei Mille che seguirono Garibaldi erano bergamaschi, perlopiù giovani – ha evidenziato Salvioni –. Partirono volontari perché avevano raccolto quel senso di libertà e di riscatto che la società di allora aveva seminato con i moti carbonari. Anche oggi dobbiamo batterci perché certi principi e valori sui quali si fonda la nostra Italia non vengano mai meno”. Salvioni ha sollecitato una riflessione più ampia per affrontare con “il giusto sguardo della solidarietà e della civiltà il tema dell’immigrazione, che non si risolve con i respingimenti e con l’isolazionismo comunitario”.

Poi il presidente del Comitato bergamasco antifascista è partito in difesa della magistratura. “Abbiamo assistito nei giorni scorsi ad attacchi demenziali contro l’autonomia della magistratura, attacchi che sono arrivati persino a paragonare le procure alle Brigate Rosse - evidenzia Salvioni – un’offesa a chi ogni giorno si batte perché la Legge sia uguale per tutti e perché ci sia una società più giusta”. Infine ha lanciato un appello in difesa della Costituzione: “La Costituzione si può cambiare – ha ammesso Salvioni – ma non si può stravolgere. Una riforma non può decostituzionalizzare le regole e gli equilibri sui quali si fonda la democrazia”.

DAVIDE AGAZZI - BergamoNews -Lunedi 25 Aprile 2011

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