lunedì 25 aprile 2011

Mozzo, spuntano scritte razziste contro i tunisini

Foto di repertorio

Un gesto di intolleranza e di stupidità, a Mozzo, dopo l'arrivo dei gruppi di tunisini che si sono insediati in paese nelle scorse settimane.
Tra la notte di sabato 23 e la mattina di ieri, ignoti hanno imbrattato con scritte xenofobe il passaggio pedonale del Tombotto (via degli Alpini), che collega la Dorotina Alta con il centro sociale del paese, scelto come dimora provvisoria dagli extracomunitari appena arrivati.
 
«Opera di qualche cretino»
«Questa è la reazione di qualche cretino sull'onda degli arrivi di sfollati nel paese – commenta seccato il sindaco Silvio Peroni (Lega-Pdl) –. I problemi sussistono, ma non trovo la necessità di queste ingiurie che faremo presto coprire». Dieci le scritte contenenti insulti e minacce: cinque sulla facciata di una casa privata in zona Dorotina Alta, quattro sui muri del Tombotto vicino al centro sociale e una sulla pavimentazione stradale, con inequivocabili riferimenti alla presenza degli immigrati nordafricani.
 
«Minacce di spacciatori?»
Ma c'è anche chi pensa che a tracciare quelle scritte intimidatorie siano stati dei delinquenti che sono soliti gestire attività di spaccio proprio nella zona del sottopasso. È quanto sostiene l'assessore leghista Elvio Beltramelli: «Lo spray nero con cui sono state fatte le scritte è lo stesso usato dagli spacciatori del paese per comunicare. Ora con la presenza dei tunisini e i controlli delle forze dell'ordine vedono minati i loro profitti. E hanno reagito con le scritte minacciose». Tra le quali ce n'è anche una che se la prende con il centro sociale: «Chiusura centro sociale, o sarà guerriglia».
 
L'ospitalità di Rifondazione
Sulla situazione interviene anche il consigliere di minoranza Marco Locatelli, che avverte: «C'è forte preoccupazione tra gli abitanti, bisogna trovare una soluzione immediata, ma non sarà facile». Intanto il segretario del gruppo Lega Nord, Mario Cattaneo, prende decisamente le distanze da questi episodi di razzismo: «Condanniamo senza riserve queste intimidazioni. Ci schieriamo con la popolazione, e interverremo a favore della loro incolumità; l'ammistrazione vuole tutelare il paese e chi lo abita».
 
Nel frattempo, a Bergamo, 15 immigrati tunisini hanno trovato ospitalità nella sede provinciale di Rifondazione comunista, dove sono stati allestiti locali per dare loro rifugio notturno. A garantire la gestione logistica del ricovero è l' associazione Brigate di solidarietà. Dai vertici provinciali di Rifondazione arriva anche la richiesta al prefetto Camillo Andreana di «attivarsi per approntare soluzioni di accoglienza rispettose della dignità delle persone».

Cristiano Gamba - L'Eco di Bergamo - Martedì 26 Aprile 2011 CRONACA, pagina 24

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