sabato 23 aprile 2011

Buona Pasqua


Mal di pancia pasquale

Da tempo discuto, qualche volta litigo, con un sacco di gente, perché la immagino di sentimenti ed idee simili ai miei e poi, inevitabilmente, scopro che non è così. Probabilmente sono io che mi sono costruito, ovviamente dentro di me, un mondo tutto mio, un mondo dove i valori sono quelli dei diritti della gente, diritti semplici come, per esempio, andare in un ufficio pubblico e trovare cortesia ed efficienza, dove "l'ente pubblico" ti riconosce e ti da ciò che è tuo diritto avere solo perché è tuo diritto, senza fartela sembrare una concessione (o peggio), dove i cittadini siano considerati protagonisti non sudditi da convocare e gestire secondo necessità di chi governa, dove il popolo sia rispettato e non considerato una massa di manovra.

Un mondo dove l'aggettivo "precario" sia riferito sempre e soltanto all'equilibrio instabile di qualche oggetto e non ad un sistema di vita umiliante, dove il posto di lavoro sia garantito solo dall'impegno e dal corretto e onesto scambio tra quantità e qualità del lavoro richiesto e quantità e puntualità del compenso pattuito, dove "il lavoratore" possa davvero vedere il datore di lavoro, l'imprenditore, o il manager, come una controparte onesta ed attendibile.

Un mondo dove i servizi siano tali, anche a costo di pagare più tasse (anche se sarebbe meglio pagarne di meno perché le paghiamo tutti), che le donne e gli uomini possano scegliere liberamente se dedicarsi al lavoro ed alla carriera o seguire da vicino la crescita dei figli o assistere i parenti anziani.

Un mondo dove la giustizia sia davvero uguale per tutti ed i processi si istruiscano e si svolgano nell'arco di qualche settimana, dove chi è innocente rimanga tale per tutti fino a quando non venga condannato definitivamente, dove chi riceve una condanna definitiva, la sconti tutta intera.

Un mondo dove le diversità, dalla lingua al colore della pelle, dalla religione ai gusti sessuali, siano considerate patrimonio e non motivo di discrimine, dove non esista la paura del "diverso" e la solidarietà sia la norma.

Dove "restiamo umani" non sia solo una frase per ricordare una vittima della follia ma "il" modo di vivere di tutti.Un mondo dove dire che sei di sinistra sia inutile, perché tutti, intorno a te, lo sono.

pubblicata da Carlo Sangalli il giorno sabato 23 aprile 2011 alle ore 11.15

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