martedì 12 aprile 2011

Migranti tunisini In 17 accampati a Ponte San Pietro






Scoperti in un cascinale: fuggiti dal Cie di Brindisi
Hanno diritto al permesso per motivi umanitari

Li hanno trovati ieri mattina alle 6, addormentati in giacigli di fortuna ricavati nel fienile di una cascina di via Marconi a Ponte San Pietro, la stessa che era stata perquisita (trovati altri irregolari) all'indomani della scomparsa di Yara Gambirasio.

Rifocillati dai carabinieri
Sono diciassette tunisini - tutti uomini compresi fra i 18 e i 29 anni - sbarcati a Lampedusa alla metà di marzo. I carabinieri li hanno accompagnati al comando provinciale di via delle Valli, rifocillati e identificati con il sistema dattiloscopico. Risultano tutti entrati in Italia tra il 1° gennaio e il 5 aprile del 2011, e dunque - in base alla direttiva del ministro dell'Interno - hanno diritto al permesso di soggiorno di sei mesi per motivi umanitari.

Laceri e sporchi, avevano trovato riparo nel cascinale semi diroccato tra Ponte San Pietro e Brembate Sopra, dove da qualche giorno a questa parte passavano le notti. Con la luce del sole, invece, per paura dei controlli, si disperdevano tra Ponte San Pietro e i paesi limitrofi, inventandosi un modo per tirare sera: chi nei bar, chi sulle panchine dei parchi, chi a caccia di qualcosa da mangiare, come il tunisino pizzicato lunedì a rubare una scatoletta di tonno in un supermercato (i titolari l'hanno «graziato» risparmiandogli la denuncia per così poco).

Erano giunti a Lampedusa a metà marzo. Poi il trasferimento al Cie (centro di identificazione ed espulsione) di Brindisi, da dove erano fuggiti il 23 marzo. Nella città pugliese avevano preso un treno fino a Milano e da qui un altro per Ponte San Pietro. Sapevano della cascina che da tempo era diventata rifugio per irregolari: forse il passaparola tra connazionali, forse qualcuno che ha parenti in zona e che ha indirizzato i compagni di sventura.

Sei mesi da regolari
Già una settimana fa i carabinieri avevano effettuato controlli nell'edificio: erano stati scoperti solo cinque migranti. Dunque, ragionano i militari, l'arrivo dei 17 deve essere molto recente. I tunisini ieri sono stati portati al comando di via delle Valli, fotosegnalati e sottoposti al controllo dell'Afis, la banca dati elettronica che, grazie alle impronte digitali, è in grado di fornire un'identità a chi è privo di documenti. È risultato che nessuno aveva precedenti in Italia e che erano entrati fra il 1° gennaio e il 5 aprile (l'ingresso oltre questa data, in base agli accordi tra il governo italiano e quello tunisino, comporta il rimpatrio immediato): dunque, tutti avevano diritto al permesso temporaneo per motivi umanitari. Ora hanno 5 giorni di tempo per farne richiesta alla questura che, a sua volta, ha 4 giorni per rilasciare il documento. Col quale per sei mesi potranno rimanere in Italia, ma non oltrepassare la frontiera. Dunque, niente Francia o Germania.

Cascina da mettere in sicurezza
Dopo le procedure di identificazione, i tunisini sono stati rifocillati dai carabinieri. Prima delle 13 tutti hanno lasciato la caserma. Sono liberi e fino a ottobre autorizzati a rimanere in Italia. Non è escluso che molti dei 17 siano ritornati nella cascina di via Marconi a Ponte San Pietro. I carabinieri, intanto, hanno sollecitato il Comune perché metta in sicurezza l'edificio, piuttosto malmesso, scongiurando pericolosi crolli e realizzando barriere che impediscano almeno l'accesso. Prima che il tam-tam tra disperati lo trasformi in una rinomata «tana».

L'Eco di Bergamo - Mercoledì 13 Aprile 2011 PROVINCIA, pagina 33

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