mercoledì 6 aprile 2011

«La Bergamasca soffoca. Troppe aree urbanizzate»


L'allarme di Legambiente dal Rapporto sul consumo del suolo
L'esperto Pileri: «Progressiva saturazione degli spazi agricoli»



«Per ogni nuovo bergamasco, dal 1999 al 2007, sono stati urbanizzati 442 metri quadri di suolo agricolo e naturale, una quantità rilevantissima che tende alla saturazione, tutta concentrata nelle aree di pianura e nei grandi fondovalle bergamaschi, con costi economici e sociali che qualcuno dovrà pur pagare».
 

Usa toni drammatici nell'inquadrare la situazione di cementificazione della Bergamasca, rispetto al quadro lombardo, Paolo Pileri, ordinario di Ingegneria del Territorio al Politecnico di Milano e tra i curatori del II Rapporto sul Consumo del suolo del Centro per la ricerca sul consumo di suolo (Crcs), pubblicato dall'Inu, Istituto nazionale di urbanistica, e Legambiente, con il supporto di Fondazione Cariplo, presentato ieri a Palazzo Pirelli di Milano.
 

«Spazi agricoli saturi»
«Nel periodo in esame – spiega Pileri, nato a Milano ma di nonni trevigliesi – abbiamo osservato anche per la Bergamasca una progressiva saturazione degli spazi agricoli, il che vuol dire, ahimè, che le bellissime zone pedemontane sono in via d'estinzione.

 

Tecnicamente parliamo di "ambiente in esaurimento"».
Una situazione che si è determinata con il passare degli anni. «Dal momento che la zona pedemontana bergamasca si trova sulla direttrice dell'autostrada – continua l'esperto –, in questi ultimi anni, si è progressivamente saturata di urbanizzazione al punto che il corridoio Milano-Bergamo-Brescia è diventato una vera e propria barriera tra l'area alpina e la pianura. Così la quantità di urbanizzato rispetto alla superficie totale della provincia è cresciuta tantissimo e siamo arrivati mediamente a Bergamo e pianura al 25-30%, una soglia di grandissima attenzione dal punto di vista ambientale».
 

Bergamo ai livelli di Milano
È chiaro che «a livello provinciale, con 3/4 di area montana – precisa Pileri –, i coefficienti di urbanizzazione sulla superficie totale si abbassano tantissimo attestandosi al 2007 al 13,9%, 4.387 ettari in più rispetto al 1999 (pari a +0,9% volte l'area urbanizzata della città di Brescia), a fronte di una perdita di 4.452 ettari di superficie agricola (pari a circa 7 volte il Parco Nord di Milano); ma considerando i singoli Comuni scopriremmo che a Bergamo e città limitrofe questi valori sono oltre il 35%, ai livelli, cioè, dell'area metropolitana milanese; d'altronde oggi c'è ormai una saldatura tra Bergamo e Milano».
 

In sostanza il suolo urbanizzato ogni giorno nella provincia orobica è di 15mila metri quadri, come dire quasi piazza Duomo di Milano. In tutta la Lombardia i metri quadri sono invece 117mila (7 volte piazza Duomo a Milano); in otto anni, poi, dal 1999 al 2007 il suolo regionale urbanizzato è cresciuto di 34.163 ettari (+6,8% l'area di Brescia), mentre i campi agricoli persi nello stesso periodo misurano 43.394 ettari, 72 volte il Parco Nord di Milano.
«Un dramma – conclude Pileri – non solo dal punto di vista ambientale, non dimentichiamo infatti che l'area bergamasca interessata è anche ricca di cave. Ma chi pagherà i costi sociali? Ovvero la manutenzione delle strade che devono portare al nuovo edificato, la realizzazione e la manutenzione di tutti i servizi a rete e di tutti i servizi puntuali, persino del campo da calcetto?

Eppure anche in provincia di Bergamo c'è una quota di aree dismesse e di sottoutilizzato ancora da recuperare gigantesca e già fornita di infrastrutture».
 

«Frenare il cemento»
«È opportuno e urgente frenare la perdita di suoli liberi – dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – perché la cementificazione nella nostra regione ha già causato la perdita di un quarto delle superfici agricole produttive, ma la costruzione di nuove autostrade, centri commerciali e capannoni non si arresta nonostante la crisi. Per questo è in discussione in Consiglio regionale una nostra proposta di legge di iniziativa popolare che introduce oneri a carico di chi potendo riutilizzare aree dismesse della città decida invece di costruire in aree aperte».
E l'associazione ambientalista dà appuntamento in piazza a Calcio, il 15 aprile, proprio contro la costruzione di un nuovo centro commerciale. «Non vogliamo outlet e cinema in campagna – afferma Di Simine – che generano traffico e inquinamento. Ma non solo: a preoccuparci a Bergamo è l'alluvione di cemento in arrivo con Brebemi e Pedemontana»

Gabriella Persiani - L'Eco di Bergamo - Giovedì 07 Aprile 2011 CRONACA, pagina 26

Nessun commento: