venerdì 28 gennaio 2011

Salvò gli ebrei - Ponte San Pietro ricorda Lydia

Lydia Gelmi Cattaneo, a cui sarà intitolato il centro polifunzionale

Era il 1974 quando lo Stato d'Israele decise di inserire fra i «Giusti delle nazioni» il nome di Lydia Gelmi Cattaneo.
Le scriveva Giuditta Weiss - Netzer, una delle ultime superstiti dei tanti ebrei salvati: «Cara Lydia, sei una donna meravigliosa. Senza di te non saremmo qui. Ti saremo grati per tutta la vita». Giuditta, che in seguito sposò un giovane ebreo, vive ora a Gerusalemme ed è in contatto con Gabriella, la figlia di Lydia, che vive a Londra.

La figlia Gabriella
Gabriella torna spesso a Ponte San Pietro, dov'è nata. I suoi ricordi di figlia sono come tasselli di un puzzle che vanno a comporre l'immagine di una donna eccezionale: «Mamma si distingueva per la sua umanità attenta e generosa. Non esitava ad aiutare i deboli e a correre dove c'era bisogno. Durante la guerra, quando seppe che il ricovero di Ponte San Pietro era stato bombardato, non ascoltò le nostre preoccupazioni e corse subito a portare aiuto. Quando arrivarono le persecuzioni mise più volte a repentaglio la sua vita per aiutare gli ebrei. Il suo nome era per loro un passaporto per la salvezza. Ogni volta che c'era bisogno lei partiva, procurava documenti falsi e li faceva accompagnare nella vicina Svizzera. A volte li nascondeva nella nostra casa di Ponte San Pietro».

La passione per la pittura
Lydia, nata nel 1903, era andata a vivere a Ponte dopo il matrimonio con il giovane veterinario Camillo Cattaneo. Donna poliedrica di grande spessore umano e intellettuale era sempre in movimento, ma sapeva stare ferma ore quando dipingeva. Racconta Gabriella: «Mamma era anche una bravissima miniaturista. Le sue miniature sono sparse per il mondo. Ricordo che dopo aver miniato il ritratto dello scià di Persia e quello della regina Elena di Savoia, fu invitata a Teheran e a Lisbona».

L'amicizia con il futuro Papa
Miniò l'allora monsignor Angelo Roncalli, al quale lo legava profonda amicizia. Nella sua casa di Ponte trovavano ospitalità persone di ogni cultura, nazione e religione. Strenua sostenitrice dei diritti femminili scrisse una lettera a Benito Mussolini, riprendendolo perché durante un suo discorso alla nazione non aveva parlato dell'importanza delle donne. E lo stesso fece con il ministro dell'Istruzione, rimproverandolo perché durante la sua visita a Ponte non aveva seguito con la dovuta attenzione il saggio ginnico «costato tanta fatica alle bambine».

Lydia è morta nel 1994 a 91 anni. Oggi, per la Giornata della memoria, il sindaco Giuliana Reduzzi intitolerà a Lydia Gelmi  Cattaneo il centro polifunzionale di via Legionari di Polonia. «Una scelta doverosa – spiega il sindaco –, che ha trovato tutti concordi. Questa intitolazione è l'omaggio di Ponte San Pietro a una donna che è orgoglio ed esempio per le nostre generazioni e per quelle che verranno». A chi viene riconosciuto «Giusto tra le nazioni» viene dedicata la piantumazione di un piccolo carrubo lungo il Viale dei Giusti a Gerusalemme. Da oggi i rami del carrubo dedicato a Lydia Gelmi Cattaneo si allungheranno idealmente da Gerusalemme per incrociarsi con Ponte. La cerimonia di intitolazione in programma alle 16, sarà preceduta dalla presentazione della ricerca «Il razzismo quotidiano ai tempi del fascismo», a cura degli alunni di terza media. Alle 17, «Per non dimenticare»: spettacolo con la compagnia Teatro del Vento. Alle 20,45 letture sulla Shoah e brani musicali eseguiti dal gruppo Lullaby sax quartet. In mostra le fotografie scattate dagli alunni a Mauthausen e Struthof.

Annamaria Franchina - L'Eco di Bergamo - Sabato 29 Gennaio 2011 PROVINCIA, pagina 43

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