domenica 30 gennaio 2011



Nell’immaginario ormai comune, far politica ha assunto il significato spregevole di “sporcarsi le mani”  e rimestare  nella palude della “partitocrazia”.Vorrei smitizzare questo “sillogismo”, diffuso e spiegarne le motivazioni.

Cosa significa far politica
“La prima definizione di "politica" (dal greco πολιτικος, politikós) risale ad Aristotele ed è legata al termine "polis", che in greco significa la città, la comunità dei cittadini; politica, secondo il filosofo ateniese, significava l'amministrazione della "polis" per il bene di tutti, la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano. Altre definizioni, che si basano su aspetti peculiari della politica, sono state date da numerosi teorici: per Max Weber la politica non è che aspirazione al potere e monopolio legittimo dell'uso della forza; per David Easton essa è la allocazione di valori imperativi (cioè di decisioni) nell'ambito di una comunità; per Giovanni Sartori la politica è la sfera delle decisioni collettive sovrane.
Al di là delle definizioni, la politica in senso generale, riguardante "tutti" i soggetti facenti parte di una società, e non esclusivamente chi fa politica attiva, ovvero opera nelle strutture deputate a determinarla, la politica è l'occuparsi in qualche modo di come viene gestito lo stato o sue substrutture territoriali. In tal senso "fa politica" anche chi, subendone effetti negativi ad opera di coloro che ne sono istituzionalmente investiti, scende in piazza per protestare.”

Chi e quando si fa politica
Traducendo in parole semplici la “filosofia”, far politica significa “fare delle scelte” e tali scelte tutti noi ne facciamo quotidianamente.
Fa politica la massaia quando esce a far spese, scegliendo il prodotto che meglio si addice alle sue capacità economiche, sceglie lo studente quando invoca una scuola migliore, sceglie il pendolare quando chiede servizi adeguati alle sue necessità lavorative, sceglie il cittadino quando protesta per opere o servizi trascurati o inefficienti. Sceglie l’elettore quando appone la sua preferenza su questo o su quel candidato che, secondo il suo parere, lo rappresenta al meglio.
Il poche parole. tutti facciamo politica senza accorgersi e senza appartenere ad un Partito specifico. Questa è la politica “in prima persona”, quella del “mi riguarda” di don Milani contro la delega e il professionismo politico.
Se condividiamo queste considerazioni, significa ritenerci tutti “corresponsabili”  della nostra attuale società, delle scelte sbagliate che abbiamo fatto e che non dovremmo ripetere, del futuro che attende i nostri figli e nipoti. Abbiamo il dovere di scuoterci dal torpore e dalla distrazione che spesso ci avvolge e interpretare il nostro ruolo con maggior senso di responsabilità.
Riflettiamo sull’immensa forza che abbiamo, facendo sentire la nostra voce, oltre che un dovere è un diritto: esercitiamolo.                                  

Per questo motivo non vogliamo che il nostro Blog sia ritenuto “apolitico”. Riteniamo che nostre scelte sono nell’interesse dei cittadini.

Gallicus

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