martedì 27 settembre 2011

«Col Piano di governo troppo cemento»


Ponte San Pietro, via al ricorso di comitati contro il documento «Aggressivo sul territorio»

Lo definiscono «miope, aggressivo sul territorio, con troppe edificazioni a scapito del verde». Non hanno dubbi, alcuni comitati e cittadini di Ponte San Pietro: il Piano di governo del territorio (Pgt) approvato a marzo s'ha da bloccare e rivedere. Per questo si sono rivolti direttamente al Capo dello Stato, con un ricorso straordinario.
A firmarlo – congiuntamente con la Coldiretti – è Pietro Gandolfi, apicoltore in paese. Che per il nuovo Pgt parla di alcune «incongruenze normative» (di qui la scelta di ricorrere) e ne considera negativo soprattutto l'impatto sugli ambiti rurali: «La trasformazione da agricolo a edificabile interessa oltre 120 mila metri quadrati di territorio, con un migliaio di nuovi abitanti previsti – osserva –. Una forte urbanizzazione che colpisce in particolare Locate, che già negli ultimi anni ha avuto una crescita demografica enorme. Così si vanno a compromettere le ultime aree libere (pure a ridosso di una
cascina storica come la Brugale) di un territorio già urbanizzato al 75%. Cosa lasceremo alle generazioni future?».
Raccolti 4.000 euroLe obiezioni di Gandolfi e Coldiretti hanno incontrato quelle di alcuni comitati civici (Altra Ponte, Amici dell'Isolotto, Ghiaie, Orizzonte Roncola), su temi che vanno dalla tutela dell'Isolotto (il Pgt consente edificazioni su una porzione di mille metri quadri, per servizi ma, dicono i comitati, «lì non va fatto nulla: l'equilibrio naturale è fragilissimo») al polo di interscambio. Così, a luglio è partita una raccolta fondi per sostenere il ricorso a Napolitano. «In due giorni abbiamo racimolato quattromila euro – osserva Paolo Assolari, degli Amici dell'Isolotto –.

Ci ha colpiti la partecipazione della gente, c'è grande attenzione a questi temi». Il ricorso è stato dunque depositato, ma anche a Ponte si registrano movimenti: recentemente i promotori dell'iniziativa hanno incontrato il sindaco Valerio Baraldi, manifestando poi un «cauto ottimismo» sulla possibilità di «collaborare in cerca di soluzioni».
Quali sono i punti cardine della contestazione? Ci sono le case nuove, «troppe – secondo Carlo Sangalli, di Altra Ponte –, considerata la densità di popolazione, già altissima, e il fatto che il paese è pieno di cartelli "vendesi". Bisognerebbe incentivare il recupero dell'esistente, anziché andare a costruire nuovi edifici». E a fronte del previsto aumento di abitanti, aggiunge Cristina Rota, «manca l'adeguamento dei servizi: perché per esempio non si pensa a un campus scolastico?».
Poi c'è il dibattutissimo polo d'interscambio: «L'idea poteva essere buona, ma in pratica qui si prevedono alcune pensiline dei bus lungo la Briantea, per il resto si tratta di spazi commerciali e parcheggi – attacca Gianmario Natali (già "dissidente" della precedente maggioranza) –. La forte
presenza di commercio ci preoccupa per l'impatto sul traffico e sui negozi del paese».

Capitolo attività produttive: «Il Pgt certifica lo stato di fatto su alcune realtà su cui invece sarebbe
opportuna una riflessione più approfondita», dice Sangalli.
Accanto alla richiesta pressante di «massima tutela» dell'Isolotto, spuntano poi i dubbi sul parco del Lesina: «È individuato come polmone verde, ma dei 4 milioni di investimenti previsti, due sono per impianti sportivi. Che così sarebbero però decentrati rispetto alla frazione, e il timore è che arrivino strutture troppo invasive, che snaturino l'area», aggiunge Gandolfi. E l'elenco potrebbe continuare. Il tema di fondo resta però quello di un piano che «nelle premesse parla di un territorio saturo, da tutelare, ma poi, nei contenuti, disattende tutto questo». Di tutto ciò si parlerà anche in
un'assemblea pubblica promossa per il 7 ottobre dai comitati Altra Ponte e Amici dell'Isolotto.


Baraldi: siamo disponibili ad ascoltare le obiezioni

«Avremmo preferito poterci confrontare prima, anziché trovarci con il ricorso al Capo dello Stato. Comunque, da parte dell'amministrazione comunale c'è disponibilità al confronto, vogliamo capire le obiezioni di questi cittadini e valutare il da farsi. Sono ottimista sul fatto che tutto si possa risolvere».

Il primo cittadino di Ponte San Pietro, Valerio Baraldi (Lega), nei giorni scorsi ha incontrato i rappresentanti dei comitati che contestano il Pgt. «Noi lo abbiamo ereditato, non ne siamo gli autori – premette –. E la Lega aveva a sua volta presentato delle osservazioni contrarie, poi non accolte. Ora stiamo prendendo in considerazione i vari aspetti del piano, che nel frattempo, con la pubblicazione sul bollettino della Regione (Burl), è divenuto efficace e la cui applicazione, quindi, prosegue. Alcune richieste di variazioni ci sono pervenute anche da altre parti, ascolteremo tutti e, nel caso, prenderemo in considerazione le varianti necessarie».
Reduzzi: lavorato per lo sviluppoA difendere punto su punto il documento, elaborato e approvato dalla sua amministrazione, è l'ex sindaco Giuliana Reduzzi. «Le scelte possono anche non essere condivise, ma non ci si può accusare di aver cancellato il verde – osserva –: quello pubblico fruibile, con questo Pgt, raddoppia, e il consumo di suolo è inferiore al 2%. Sapevamo di agire su un territorio dove si è già costruito molto. È vero che sono previste nuove case, con un incremento di abitanti dell'8% in dieci anni, ma in alcuni casi queste andranno a sostituire impianti produttivi, che così vengono spostati dal centro. Per il resto, le nuove edificazioni sono state programmate solo in funzione della realizzazione di opere pubbliche: abbiamo detto anche molti no».

L'ex sindaco cita proprio l'esempio di Locate: «Le nuove case permetteranno di mettere in cantiere interventi attesi: il parco del Lesina (che sarà verde e fruibile), il completamento dell'anello viario, la piazzola ecologica. Oggi, con la situazione finanziaria dei Comuni, è impensabile che il pubblico si faccia carico di tutto».
Capitolo interscambio: «L'obiettivo è ovviamente ridurre, non certo aumentare, il movimento di auto, incentivando l'uso del mezzo pubblico. La variante è stata richiesta dalla Provincia, che chiedeva più parcheggi a uso esclusivo della stazione, e questo ha comportato un ampliamento dell'area di intervento. Sono convinta che il progetto farà da volano per l'economia locale, portando servizi e decoro nell'area della stazione».

L'Isolotto? «I mille metri quadri di edificazione, su 160 mila, sono di servizi. Abbiamo pensato a un'area che sia tutelata, ma anche vissuta dalla gente. E, nello stendere il Pgt, abbiamo puntato solo al bene e allo sviluppo del paese».

Fausta Morandi - L'Eco di Bergamo - Mercoledì 28 Settembre 2011 PROVINCIA, pagina 43

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