venerdì 5 ottobre 2012

Ponte San Pietro, Isolotto area protetta


                               «Ma in Regione nessuna richiesta»

Non c'è nessuna richiesta per l'istituzione un'area protetta nel territorio denominato Isolotto, nel comune di Ponte San Pietro.

A renderlo noto è l'assessore regionale ai Sistemi verdi e al Paesaggio Alessandro Colucci, rispondendo a un'interrogazione dell'Idv in commissione Agricoltura, Parchi e Risorse idriche al Pirellone. Il documento presentato dall'Italia dei valori chiedeva «se Regione Lombardia intenda rendere e riconoscere l'Isolotto area protetta, senza alcuna edificazione».

La risposta di Colucci non ha ammesso repliche: «Non risulta che il sindaco di Ponte San Pietro o chi per esso abbia, ad oggi, presentato istanza per l'istituzione di uno dei regimi di tutela previsti che definisce e disciplina le aree protette in Regione». E, in assenza di un'esplicita pronuncia da parte dell'ente locale interessato per l'istituzione di un'area protetta, «la Regione non può assumere alcuna decisione in merito all'apposizione di vincolo di inedificabilità su tale territorio, finalizzato alla sua tutela ambientale-naturalistica».

Per il consigliere Idv Gabriele Sola «il degrado in cui è finito l'Isolotto è oggi inammissibile». E attraverso l'interrogazione si è voluto porre l'attenzione «su un tema fondamentale: la valorizzazione territoriale può prevenire speculazione edilizia e degrado». A Ponte San Pietro, sottolinea Sola, «il contesto naturale a sfondo agricolo e la connotazione fluviale dell'area possono rappresentare un'eccellenza paesaggistica da tutelare». Per questo, dare spazio all'istituzione di un parco locale, di un monumento naturale o di una riserva «darebbe respiro all'area, probabilmente, preservandola anche da episodi di vandalismo».

L'area è ampia circa 200.000 metri quadrati lungo il fiume Brembo, in prossimità del centro storico, caratterizzata dalla presenza di ambienti boschivi e praterie aride, in cui è stata verificata l'esistenza di emergenze floristiche legate alla presenza di 8 rare specie di orchidee spontanee.

Il Comune di Ponte San Pietro sta collaborando, con numerosi altri comuni, alla realizzazione del progetto «Tutelare e valorizzare la biodiversità tra Adda e Brembo».

Fabio Florindi
L'Eco di Bergamo - Venerdì 05 Ottobre 2012 PROVINCIA Pagina 39


Riceviamo e pubblichiamo:

Da: Comitato Civico Altra Ponte [mailto:comitatocivico.altraponte@gmail.com]
Inviato: giovedì 4 ottobre 2012 21:08
A: L'Eco di Bergamo - Redazione
Cc: Andrea Valesini
Oggetto: Situazione Ambientale a Ponte San Pietro
Priorità: Alta
 

Spett.le Redazione,

faccio parte di un comitato civico di Ponte San Pietro, costituitosi alcuni anni fa per cercare di sensibilizzare la popolazione riguardo allo scempio che del nostro territorio si stava facendo.

In particolare la nostra attività fu volta a cercare di contrastare la costruzione di un centro commerciale, proprio di quello si sentiva la mancanza, situato tra la ferrovia a ex statale Briantea. Il Vostro quotidiano, in questi anni ed a più riprese, ha già affrontato l’argomento, ragione per la quale mi limito a ricordare che l’unica cosa di cui c’è veramente bisogno è un parcheggio, per agevolare l’interscambio auto-treno e magari anche bus e che questa struttura, come è facile intuire sarebbe quasi esclusivamente a servizio dei non residenti, di coloro che abitando in paesi senza ferrovia sono costretti a recarsi presso la stazione più vicina. I cittadini di Ponte si chiedono perché “il costo”, non necessariamente in Euro, di questa struttura debba finire sulle loro spalle.

Un altro aspetto che ci interessa, è la destinazione di un area verde, quasi completamente incolta e abbandonata al suo destino dalla proprietà e dai vari amministratori succedutisi nel tempo, che risponde al nome di Isolotto di Ponte San Pietro.

Anche su questo la sensibilità del Vostro quotidiano ha portato ad innumerevoli servizi, tra i quali anche quello seguito alla presentazione del progetto, uno dei primi realizzati in forma veramente partecipata (vi hanno contribuito, con idee, suggerimenti e proposte, decine di cittadini), per la realizzazione di un Parco naturale, da inserire nel Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) del Basso corso del Fiume Brembo, oggi esistente. Il Comune di Treviolo ha in corso trattative per poter disporre di un’area lungo il fiume, nota come “il Frantoio” che consentirebbe di prolungare verso nord, fino al confine con Curno, le piste ciclo-pedonali esistenti, già collegate a Sud con Dalmine, Osio, ecc., fino quasi a giungere alla confluenza nell’Adda. Sappiamo, da contatti diretti avuti con l’Amministrazione di Curno, che anche questo Comune ha deciso di partecipare a questa “avventura” e mettere a disposizione dei propri cittadini (e non solo) un’area naturale di dimensioni davvero uniche, che coprirebbe tutto il percorso del Brembo, sulle due sponde, fino a congiungersi con il Parco Adda Nord.

Ma su entrambe le questioni, l’amministrazione guidata dal Sindaco Valerio Achille Baraldi tentenna, medita, cogita senza arrivare ad una decisione.

Perché tentenni tanto, è francamente incomprensibile.

Ieri, mercoledì 3 Ottobre, la VIII Commissione Regionale ha dibattuto una interpellanza, posta proprio per sapere se la Regione intendeva concedere lo status di Area Protetta all’Isolotto, provvedimento auspicato dalla provincia di Bergamo, raccomandato dall’Orto Botanico e dalle Associazioni Ambientaliste FAI, Italia Nostra, Legambiente e WWF, suggerita persino dalla Commissione Europea a seguito di un nostro esposto, e a questo proposito, l’Assessore Regionale Colucci ha risposto in commissione Agricoltura all'interrogazione sul riconoscimento dell'Isolotto di Ponte San Pietro come area protetta, lasciando intendere una certa disponibilità, nei limiti delle proprie competenze.

L’unico Ente che non riesce ad esprimersi è il Comune, quello che dovrebbe essere il più vicino alla gente, il più sensibile e pronto a rispondere alle istanze degli amministrati.

Infine, ultima nota dolente, il brutto “pasticciaccio” della SpA Fonderie Mazzucconi che, come già avete ampiamente riportato negli ultimi giorni, ha chiesto al Comune di annullare la convenzione a suo tempo sottoscritta ed ha informato che intende rimanere nel sito attuale, nel centro storico di Ponte San Pietro, a circa 100 m. dalla Scuola Materna Moroni, per altri cinque anni e che l’area che aveva acquistato a Locate, che era a destinazione Agricola e che era stata modificata in Industriale proprio per favorire lo spostamento, sarà in parte venduta ed in parte utilizzata per il solo finissaggio.

A parte il chiedersi dove verranno prodotti, dopo il 2017 che a Locate dovrebbero essere rifiniti, rimane un aspetto che, anche se di proporzioni ridotte, richiama con forza la situazione dell’ILVA e di Taranto: è giusto sacrificare la salute dei cittadini, in particolare anziani e bambini (i più esposti all’avvelenamento da sostanze tossiche e polveri sottili) ??  E il Sig. Sindaco Valerio Achille Baraldi, quando chiedeva alla sua maggioranza di approvare la delibera che accettava in toto, senza un filo di discussione, le richieste della Mazzucconi, si è ricordato che nella sua veste di Sindaco è anche il primo responsabile della salute dei suoi amministrati ??

Mi scuso per la lunghezza del testo che, spero concorderete, per poter esporre tutti gli argomenti citati era indispensabile.

Certo che questa mia verrà pubblicata, anche per l’attualità e l’interesse degli argomenti, ringrazio per la cortese attenzione e saluto

Carlo Sangalli
 

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