lunedì 19 marzo 2012

Un pugno di case per un parco nell'isolotto


I proprietari: nel nostro progetto costruzioni ridotte e 90 mila metri quadri ceduti gratis al Comune

«Abbiamo aspettato troppi anni e riteniamo di aver diritto di conoscere il futuro per quest’area di nostra proprietà situata nell’Isolotto». Lo chiede Micaela Carrara della famiglia Cattaneo, che da più di 50 anni è proprietaria di una superficie di oltre 100.000 metri quadrati in questa zona verde di Ponte San Pietro.
Nel 2009, la famiglia Cattaneo proprietaria di buona parte dell’Isolotto, aveva presentato all’Amministrazione comunale di Giuliana Reduzzi, l’ennesimo progetto per riqualificare l’area e renderla fruibile ai cittadini di Ponte San Pietro e dei paesi confinanti a costo zero. Il proprietario aveva sottoposto al Comuneuna proposta che prevedeva un comparto residenziale e in cambio la cessione gratuita di circa 90.000 metri quadrati di parco fluviale, quindi il 90% dell’intera proprietà.

L’area residenziale
Nel piano integrato redatto da un pool di tecnici incaricati dalla famiglia si prevedeva un’area residenziale, che avrebbe
occupato circa 13.000 metri quadratidi terreno (compresi parcheggi, viabilità e aree standard) con la costruzione di residenze innovative, caratterizzate dall’impiego della bio - edilizia ed eco sostenibilità. Case a due piani fuori terra e circondate da giardini.

La restante area di 90.000 metri quadrati veniva ceduta gratuitamente al Comune, al fine di valorizzare e mantenere intatti elementi di pregio come i prati con le orchidee, i boschi, i grandi alberi e i percorsi in terra battuta. In progetto c’erano la costruzione di un info-point con sale di studio e documentazione illustrativa della flora e della fauna speciale nell’Isolotto, giardini tematici, percorsi affiancati da filari alberati o all’interno dei boschetti e pontili in legno per l’osservazionenaturalistica, ricostruita la passerella pedonale per l’attraversamento del Quisa e un capanno in legno per l’osservazione
dell’avifaune e aree naturalistiche.

I contrari e il Pgt
Su questo piano ci sono state discussioni dibattiti, sono state raccolte firme da parte delle associazioni ambientalistiche come: «Gli amici dell’Isolotto» e «L’altra Ponte» per bloccare il progetto e prese di posizione anche a livello di associazioni a livello nazionale.

Nel frattempo il problema è entrato nella discussione sul Pgt e giocoforza nel confronto elettorale delle comunali del maggio 2010 che hanno visto la vittoriadella Lega Nord. Nel Pgt attuale viene prevista nell’Isolotto solo la costruzione di una struttura leggera da adibire a servizi di utilità pubblica.
«Da decenni i cittadini di Ponte sognano di appropriarsi di questa zona per poterla frequentare – fa presente la
rappresentante della famiglia Cattaneo –,l’Isolotto si distingue per la presenza di vegetazione e di flora di pregio, un’area quindi di primaria importanza per la collettività e per il Plis del fiume Brembo.

È quindi intenzione primaria della nostra famiglia destinarla a una fruizione libera da parte dei cittadini, cosa che oggi purtroppo non avviene. L’obiettivo del nostro progetto è di valorizzare e riqualificare l’area attualmente preclusa ai cittadini. La realizzazione del nostro Piano integrato che prevede la creazione diun parco tematico naturalistico, fluviale, attrezzato, aperto anche alla didattica per le scuole e agli studiosi risolverebbe il problema riqualificazione dell’Isolottosenza alcun costo per i cittadini e le casse comunali che sicuramente non consentono di spendere centinaia di migliaia
di euro per agire diversamente».

Da qui la proposta dei proprietari dell’area nell’Isolotto: «Chiediamo all’Amministrazione comunale attuale di rivedere la loro posizione e aprire una trattativa per trovare un positivo accordo che contempli le aspettative di tutti: Comune, cittadini, associazioni ambientalistiche
.

Siamo comunque disponibili a valutare qualsiasi proposta da parte dell’amministrazione comunale che sia comunque rivolta a una rapida e definitiva soluzione di questa vicenda. Altrimenti – conclude Micaela Carrara – la mia famiglia dovrà valutare come gestire in futuro l’area di nostra proprietà».

REMO TRAINA - L'Eco di Bergamo - 19 marzo 2012

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