giovedì 14 luglio 2011

Mazzucconi non trasloca, Ponte sorpresa

Lo stabilimento è in pieno paese. La novità: si cede il campo di Locate dove doveva trasferirsi
Il sindaco Baraldi: chiederemo chiarimenti. Il comitato: inquinamento e rumori, urge spostamento.

Sul cartello installato all'inizio dell'area industriale di proprietà della società Fonderie Mazzucconi è indicata la data di inizio lavori, il 29 giugno 2009. Per la costruzione, si legge, del nuovo polo produttivo Fonderie Mario Mazzucconi spa, con relative opere di urbanizzazione.

Alcune delle quali sono state realizzate, ma il cantiere e tutta l'area – cintata e videosorvegliata – sono attualmente chiusi. Secondo il progetto approvato dal Consiglio comunale a maggioranza a ottobre 2008, qui doveva sorgere un polo produttivo con una capacità di 30.000 tonnellate annue, su un'area di 101.800 metri quadrati, con una superficie coperta di 36.000 metri quadrati (capannoni, uffici, mensa e impianti tecnologici) e un'altezza massima degli edifici di 13,50. Sulla Briantea era inoltre prevista una rotatoria per agevolare il traffico in entrata e in uscita dal futuro polo produttivo.

Ora però tutto questo rimane sulla carta. Il liquidatore giudiziale della socièta Fonderie Mazzucconi spa in concordato preventivo, Adriano Mazzucconi, ha infatti comunicato che il terreno (di 100.000 mq) viene posto in vendita a 13,7 milioni di euro.
Nella convezione approvata era previsto che il nuovo polo produttivo fosse pronto nel 2015, ed entro questa data era previsto il trasferimento delle attività situate attualmente a Ponte San Pietro (via Mazzini) e Ambivere.

La popolazione ha appreso della vendita da un'inserzione apparsa mercoledì sui quotidiani. Ed è stata un po' una doccia fredda per tutti, anche se è noto che la società Fonderie Mario Mazzucconi spa è in concordato preventivo, con tutte le conseguenze legali e finanziarie del caso.

«Abbiamo letto su L'Eco con un po' di stupore la messa in vendita dell'area industriale di proprietà della società Fonderie Mario Mazzucconi, a Locate – sostiene il sindaco Valerio Baraldi –. A nostro parere questo terreno non può essere venduto (se non con destinazione agricola) perché è stato reso industriale e fabbricabile attraverso la procedura dello Sportello unico, che prevede unicamente l'insediamento della fonderia Mazzucconi.

La stessa delibera della Giunta provinciale di verifica della compatibilità del Piano di governo del territorio con il Ptcp (Piano territoriale di coordinamento provinciale) afferma che in quel terreno deve sorgere la fonderia, altrimenti ritornerà ad essere agricolo, fatto salvo che si provveda eventualmente ad avviare le procedure per un nuovo Sportello unico per un'altra azienda, con relativo parere della Provincia. Chiaramente – aggiunge il sindaco – si contava di trasferire dal centro del paese le attività della Mazzucconi, ma sembra che qualcosa non stia funzionando. Sentiremo le parti in causa per dei chiarimenti».

In zona era nato anche un «Comitato Mazzucconi», che si è battuto per far trasferire nella nuova sede la fonderia Mazzucconi, per problemi d'inquinamento atmosferico e rumori. Giuseppe Pastorelli è uno dei coordinatori: «Noi siamo fermi a quanto dice la convenzione tra il Comune e la società Mazzucconi: entro il 2014, al massimo 2015, deve essere completato il trasferimento dell'attività produttiva. Certo, la vendita del terreno dove dovrebbe sorgere il nuovo polo produttivo non è una notizia positiva. Chiederemo all'amministrazione comunale un incontro per capire la situazione. Il problema dell'inquinamento atmosferico c'è tuttora, anche se qualche passo avanti è stato fatto. Noi residenti della zona portiamo pazienza perché c'è questa importante data che prevede lo spostamento».

Remo Traina - L'Eco di Bergamo - Venerdì 15 Luglio 2011 PROVINCIA, pagina 37

2 commenti:

Roby ha detto...

Ci sono novità riguardo al terreno e allo spostamento della Fonderia?

Anonimo ha detto...

Allo stato attuale la situazione è ferma. Tuttavia, e questa è una delle tante ragioni per cui il Comitato Civico ha fatto ricorso al Presidente della Repubblica per chiedere la sospensione del PGT, in quest’ultimo non è stata inserita la clausola, imposta a suo tempo dalla Regione Lombardia per autorizzare il cambio di destinazione d’uso da agricolo ad industriale, e noi temiamo che qual’ora il PGT dovesse diventare operativo così com’è, nulla e nessuno potrebbe più impedire al liquidatore (o a chi per esso) di cedere l’area come “edificabile per uso industriale”.

I Comitati Civici stanno facendo il possibile per evitarlo, ma gli interessi in ballo sono enormi e noi siamo formichine